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Le auto di Stato? In Italia sono quasi esclusivamente tedesche

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Evviva il made in Italy. Lo dicono spesso i politici del nostro Paese, che incentivano, almeno a parole, l’acquisto e l’utilizzo dei prodotti “tricolori”. Perché i fatti, in alcuni casi, sono decisamente diversi. Come per le auto di Stato, utilizzate nelle occasioni ufficiali, che – come spiega Fabrizio Brunetti su Motori.it – sono quasi esclusivamente tedesche, Audi e Bmw in particolare.
“Perché non scegliere invece Lancia, Alfa Romeo o Maserati?”, chiede Brunetti. “Provate anche solo ad immaginare Angela Merkel o Nicolas Sarkozy a bordo di un’auto non tedesca o non francese. Persino il David Cameron leader di un paese che non ha più un’industria automobilistica nazionale, o la casa reale, hanno almeno l’attenzione ad utilizzare auto d’immagine inglese, come Jaguar, Rolls Royce e Aston Martin, anche se la proprietà è ormai non nazionale”. E non regge, secondo l’articolo di Motori.it, nemmeno la scusa della qualità visto che, come scrive Brunetti, Nicolas Sarkozy ha utilizzato orgogliosamente, anche in consessi internazionali, una tra le più brutte limousine della storia dell’auto.
“Per qualche tempo”, si legge sempre su Motori.it, “una delle motivazioni più utilizzate per la non scelta è stata quella del livello di blindatura omologato. Colossale sciocchezza, problema facilmente risolvibile, ma giustificazione beffa per sudditi ignoranti. La verità è che sull’etica del ruolo di rappresentanza del proprio paese, prevale la logica del gusto personale, in totale dispregio dei doveri connessi al ruolo”. Certo, non tutti i politici sono uguali e, come ricorda Brunetti, “meno male che almeno il Capo dello Stato sta ben attento ad utilizzare solo Thesis, Maserati Quattroporte e la splendida, nostalgica Flaminia Presidenziale (nella foto in alto)”.
“Stanno per arrivare la nuova Thema e la nuova Quattroporte”, scrive Motori.it. “Possiamo sperare che sia la volta buona e che tutti, ma proprio tutti, coloro che rappresentano il Paese in importanti ruoli istituzionali tornino a “viaggiare italiano”?”.
Per leggere l’articolo completo cliccare qui.


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